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      IPOSPADIA  

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Complicazioni precoci.

Le operazioni per correggere l’ipospadia comporta un rischio di complicazioni che sono comuni a tutti gli atti chirurgici. A causa della vascolarizzazione importante del pene, l’emorragia spesso può essere una preoccupazione. La maggior parte dei chirurghi previene una eventuale emorragia ritardata con un bendaggio compressivo: questa agisce anche riducendo l'edema postoperatorio che è costantemente presente. E ' essenziale anche per ridurre la formazione di ematomi che a loro volta fungono da punto di riferimento per un’infezione e quindi per la formazione di fistole. L'infezione, la formazione di ematomi e l’ischemia dei tessuti possono portare alla formazione di  fistole.

La deiscenza completa della neouretra è fortunatamente rara, ma quando si verifica la successiva riparazione rende l’intervento più difficile.

   

Le complicanze tardive.

Le fistole sono le complicanze più comuni dopo l'intervento per ipospadia, e può verificarsi fino al 30% dei pazienti. Una fistola può presentarsi immediatamente dopo la rimozione del catetere o anche a molti anni dopo la riparazione. Se la fistola appare precocemente molti chirurghi riposizionano il catetere per altre 2 settimane con l'obiettivo di consentire a questa una chiusura spontanea. Questo approccio è però efficace in un numero limitato di casi e per le fistole persistenti vi è necessario un ulteriore trattamento. La localizzazione della fistola varia, ma è spesso evidente appena prossimalmente alla giunzione fra glande e l’asta del pene. Occasionalmente, se di grandi dimensioni o multiple, vi è l’indicazione alla ripetizione dell’uretroplastica.
Prima di tentare di riparare una fistola è imperativo escludere la presenza di una stenosi del meato o dell’uretra, in quanto questo predispone ala recidiva della fistola. Le fistole sono talvolta associate a diverticoli uretrali, che devono essere corretti al momento della riparazione della fistola. I tempi di chiusura della fistola è importante. Nonostante la chiusura anticipata sia stata proposta in passato, è ora raccomandato che trascorra almeno un intervallo di 6 mesi dall’intervento.

Molte tecniche sono state descritte. La semplice chiusura con isolamento dei bordi della fistola e sutura si associa con un alto tasso di ricorrenza. Migliori risultati si hanno con l’apertura e sezione della fistola e dell’uretra e la chiusura della stessa con punti di sutura riassorbibili. Un lembo di pelle e sottocute è quindi creato e messo a protezione della nuova sutura.

Nei casi in cui la fistola è molto grande la sua semplice chiusura è destinata al fallimento. In questi casi una ripetizione dell’uretroplastica è necessaria.

 

 

 

 

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