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      IPOSPADIA  

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Nella tecnica tramite lembo prepuziale (lembo ad isola “onlay procedure”) il piatto uretrale è inciso in verticale con due incisioni parallele. Un lembo peduncolato viene quindi creato dal prepuzio interno e quindi portato alla superficie ventrale del pene e suturato al piatto uretrale.

Occasionalmente è necessario dividere il piatto uretrale in modo da correggerne l’incurvamento. In questo caso il lembo prepuziale può essere tubularizzato creando così da solo tutta la neouretra senza utilizzo delle strutture ventrali dell’asta. La glanduloplastica è poi eseguita come per la altre tecniche.

 

La procedura di Koyanagi e le sue varianti sono procedure alternative per le forme più gravi di ipospadia. Essa mira ad utilizzare il piatto uretrale per quanto possibile e poi completato, nella restante porzione di asta, da una porzione della cute prepuziale trasposta ventralmente con il suo peduncolo. Questo permette di raddrizzare il pene e di costruire una piastra estesa che viene successivamente tubularizzata. In genere si ricorre a due tempi come per la Bracka, ma alcuni Autori eseguono tutta la procedura in un unico tempo.

 

L’incurvamento dell’asta può poi essere presente senza evidenza di ipospadia. Nella maggior parte dei casi questo è un termine improprio in quanto l’uretra distale è in genere sottile e fragile nonostante la presenza di un meato in sede abituale e di un prepuzio normale.
Potrebbe essere possibile ottenere una buona correzione semplicemente con il degloving del pene ma solitamente è necessaria un plastica dorsale secondo Nesbit.

 

   

Il megameato, con intatto il prepuzio, è un’ulteriore variante e spesse volte è di riscontro in occasione di semplice intervento di circoncisione. In genere richede una correzione chirurgica come nei casi di ipospadia classica.

 

Un capitolo a parte sono le recidive di ipospadia, ossia malformazioni che hanno già subito correzione chirurgica. Qualora vi siano cicatrici estese e, in particolare in presenza di curvatura residua, è di solito preferibile abbandonare l’idea di una tecnica tradizionale e procedere con quella a due tempi (innesto) o di tipo onlay.

 

La medicazione compressiva che viene lasciata per la durata del ricovero ha la funzione di ridurre l’emorragia, l’ edema e per ridurre il dolore postoperatorio. La medicazione può rimanere da 2 a 10 giorni (in media 6-7), a seconda della complessità della riparazione, fino alla rimozione del catetere vescicale e non va rifatta se non sporca o bagnata. Se il dolore è ben controllato è possibile ipotizzare con i genitori la dimissione del bambino con il catetere.

 

 

 

 

 

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