Home Patologie P. Urologiche Elenco

 CHIRURGIAPEDIATRICA.it

      IPOSPADIA  

 

 

Tecnica in 2 tempi

 

 

MAGPI

 

 

Tecnica secondo Mathieu

 

 

 

 

Alcuni chirurghi eseguono prima della tubularizzazione l’innesto a livello della placca di cute prepuziale o di mucosa buccale (correzione secondo Bracka). Se il piatto uretrale è ampio e sufficientemente flessibile per essere tubularizzato su un catetere 8 Fr si può procedere comunque con la tecnica secondo Duplay. Una volta che il neouretra è terminata è possibile ricoprire l’anastomosi con tessuto peduncolo recuperato dal prepuzio al fine di ridurre la possibilità di fistolizzazione.

La glanduloplastica è effettuata ricongiungendo le ali  del glande che in origine risultano separate. La pelle è poi riconfigurata assicurando che vi sia un’adeguata ricopertura a livello della superficie ventrale del pene.

Un catetere vescicale è lasciato per circa 5-7 giorni.

 

Nella correzione in due tempi invece si prevede una prima fase, sovrapponibile al precedente, con risoluzione dell’eventuale curvatura dell’asta, e quindi con preparazione della placca uretrale tramite innesto di cute interna del prepuziale o di mucosa (in genere del cavo orale). L'innesto viene posto nel glande e fissato allo stesso con punti di sutura. Si eseguono poi delle piccole 'finestre' sull’innesto per permettere ad eventuali ematomi di essere drenati. Una medicazione è applicata attorno al catetere con la funzione di tenere adeso l’innesto in modo che attecchisca e si riducano le possibilità di ematomi. Dopo 7-10 giorno la medicazione ed il catetere sono rimossi. La seconda fase della riparazione è di solito eseguita dopo 6 mesi e consiste in una tubularizzazione come nella procedura in un unico tempo.

   

Un’altra tecnica utilizzabile nelle forme più distali di ipospadia è quella indicata come MAGPI, un acronimo di 'avanzamento del meato e glanuloplastica', descritto originariamente da Duckett. Si tratta di un rimodellamento del glande con solo un lieve avanzamento meatale. E' adatto solo per i casi in cui l'uretra è mobile, ossia se la semplice trazione del meato lo può spostare fino alla punta del glande. Si esegue quindi un’incisione verticale tra la punta del glande ed il meato che viene poi chiuso trasversalmente, ottenendo l’avanzamento del meato. Completata la glanuloplastica si termina l’intervento, in genere, con la circoncisione e la ricopertura ventrale dell’asta.

 

Molti autori hanno descritto tecniche alternative in cui si mobilizza l'uretra e la si riposiziona alla punta del glande. La mobilizzazione uretrale è stata presentata più di 100 anni fa, ma non ha mai trovato validi sostenitori.

 

Altre tecniche prevedono l’utilizzo di lembi peduncolati base-meatali (tipo la Mathieu) o prepuziali. Nella procedura secondo Mathieu un lembo di cute prossimale al meato ectopico viene ribaltato per una lunghezza sufficiente a ricostruire la porzione di uretra mancante e quindi suturato ai due bordi laterali. Una volta che la neouretra è stata creata la glanuloplastica viene eseguita come nelle altre tecniche. Anche in questo caso in genere il catetere è lasciato per alcuni giorni. Di norma la lunghezza massima di questo lembo non dovrebbe essere maggiore di tre volte la larghezza dell’asta e comunque evitata se si prevede un’uretroplastica superiore a 1,5 cm.

 

 

 

 

pag. 3     

 

<<<  pagina precedente    

    pagina successiva  >>>