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      PATOLOGIA DEL GIUNTO PIELO-URETERALE  

 

 

Incisione cutanea

 

 

 

 

Pieloplastica

 

 

 

 

Altre indagini riguardano l’esclusione di malformazioni urologiche associate. In particolare l’uso di routine della uretrocistografia minzionale (CUM) nei pazienti con idronefrosi prenatale unilaterale è controverso. Alcuni autori sono a favore di un uso di routine della cistografia come parte della valutazione post-natale in caso di idronefrosi riportano un 15-30% di incidenza di reflusso vescica-ureterale concomitante sia mono che controlaterale. Altri consigliano di eseguire la CUM solo in pazienti con dilatazione di Grado III e IV. Si tende ad abbandonare la routine di eseguire tale indagine nei bambini con idronefrosi unilaterale di basso grado. Ci riserviamo di usare sicuramente la cistografia nei pazienti con idronefrosi grave, bilaterale o per quelli in cui l’uretere è stato osservato in qualsiasi fase del percorso diagnostico pre e post-natale.

Recentemente un ruolo importante è stato dato all’URO-RM nella valutazione delle idronefrosi prenatali. Questo metodo permette la precisa comprensione dell'anatomia del rene, oltre a fornire informazioni riguardanti il funzionamento renale senza esposizione a radiazioni importanti e senza l'uso di mezzi di contrasto.

 
Trattamento
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Molto discussa e controversa è la gestione del neonato con tratto urinario ostruito. Alcuni autori propendono per la chirurgica precoce per prevenire i danni nella maturazione dei nefroni, mentre altri ritengono che la chirurgia precoce non comporti alcun specifico beneficio.

Durante l’ultimo periodo della gestazione e l'inizio della vita non vi è aumento progressivo della filtrazione glomerulare. Inoltre questa transizione è associata ad un brusco calo della produzione di urina che è molto elevata in utero. Queste osservazioni fisiologiche potrebbero spiegare il comune riscontro di idronefrosi nel periodo prenatale rispetto il post-natale.

 

   

La Chirurgia di solito è impegnata nei neonati la cui funzione renale peggiora durante il periodo di osservazione. Recenti lavori hanno analizzato 16 anni di osservazione di bambini con diagnosi prenatale di idronefrosi e conferma post-natale di malattia del giunto pielo-ureterale. Di questi il 52% hanno necessitato di intervento chirurgico nel corso della gestione conservativa.

I gradi 3 e 4 di idronefrosi post-natale, con una funzione renale alla scintigrafia <40% rispetto il controlaterale, sono considerati i fattori significativamente più importanti per la necessità di un atto chirurgico.

Una serie di procedure chirurgiche diverse sono state descritte per la correzione dell’ostruzione GPU. La pieloplastica secondo Anderson-Hynes è considerato come il gold standard nel trattamento chirurgico di questa patologia.

Questa operazione può essere eseguita tramite approccio extraperitoneale con incisione al fianco o utilizzando accesso lombotomico posteriore. Recentemente è stato introdotto anche per il pediatrico l’approccio laparoscopico con varie modalità. I principi di base di questo intervento è una escissione della giunzione pelvi-ureterale e il confezionamento di un’anastomosi tra uretere e la parte inferiore della pelvi. Diversi tipi di  di stent sono posti per il drenaggio e di solito mantenuti per 6 settimane. Anche se il trattamento endoscopico per via anterograda e retrograda ha dimostrato di essere efficace, questo approccio non è ancora raccomandato nei bambini.

 

Complicanze post-operatorie (8,2%): includono l'infezione, occlusione intestinale (se approccio transperitoneale), temporanea ostruzione dell’anastomosi con conseguente leak di urina, stenosi dell’anastomosi. 

 

 

 

 

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